Il pensiero comincia dalle mani. Questo assunto, in prima battuta criptica, condensa invece in maniera magistrale la verità sull’importanza della percezione per la conoscenza del mondo circostante.
Il ‘900 è stato culturalmente un secolo di rivoluzione in seno al rapporto tra soggetto e enti materiali. Molti intellettuali si sono chiesti la maniera in cui ognuno di noi entra in contatto con gli oggetti e come da una sensazione fisica riusciamo a costruire un concetto relativo.
Pur nella loro differenza di posizioni, quasi tutti concordano sul fatto che la prima conoscenza del mondo avviene attraverso i sensi, in particolare il tatto, grazie al quale riusciamo a capire consistenza, forma, peso, misura, uso e grazie al quale proviamo emozioni diverse.
TATTO
La profondità dell'incontro tra due superfici
Ascoltare e ascoltarsi con le mani
Si tocchi con mano il senso di quello che si sta dicendo. Si tocchi con mano.
Se si appoggia la mano, qui termine semplicistico per condensare l’incredibile estensione della nostra superficie tattile, ovvero tutto il corpo, su un oggetto, si scopre che la sua materia parla, racconta, esprime.
La materia è un insieme di segni, ovvero un indice di ciò che di per sé non è apodittico.
Cioè che appare non rende conto della complessità di ciò che è, per questo soprattutto nell’ambito dell’arredamento, un architetto, un designer quando cesella un materiale si confronta con un’infinita possibilità di significati diversi.
Il velluto, con la sua corposità e morbidezza, esprime calore, dolcezza, avvolgente, forse protezione.
Il legno è ruvido, pieno di scanalature e irregolarità. Il legno rimanda a tutta la complessità e alla ricchezza della realtà naturale.